Il balcone fiorito

balcone
Riscritto con la gentile collaborazione di Stefania Zanotto.

Ogni anno, nel piccolo paese di Evon viene indetto il concorso del balcone fiorito: una pittoresca manifestazione che premia la maestria nell’abbinare fiori e colori in modo equilibrato, fantasioso e originale.
All’inizio di aprile, all’apertura ufficiale delle iscrizioni, i nomi e cognomi dei partecipanti vengono pubblicati nella bacheca del campetto sportivo dove, in occasione della festa del Santo Patrono di fine giugno, ha luogo la premiazione del concorso.
Da alcuni anni il primato è detenuto dalla famigerata signora Filippi, che manco a farlo apposta di nome fa Viola. E’ lei l’indiscussa regina della festa e nonostante l’accanimento di alcune comari invidiose nessuno è riuscito a strapparle la corona dalla testa.
Vedova da parecchi anni, vive sola in una graziosa villetta contornata da un praticello sempre ben rasato, dove solo i merli e i passeri possono posare le loro leggere zampette. Si occupa personalmente della manutenzione del giardino, nonostante la non più giovane età; è d’altronde una passione che aveva fin da piccola, ereditata dal padre, giardiniere di professione.
Ai primi tepori primaverili riesuma dal garage il suo vecchio carrettino di legno e si avvia a testa alta e con passo deciso verso la floricoltura “Orchidea”.
La partenza per la sua missione “acquisto fiori” non passa certamente inosservata; anzi a dirla tutta, dietro le serrande e le tende accostate occhietti ne seguono i passi fin quando il cigolio delle ruote non si va smorzando, segno che è arrivata a destinazione.
E se l’andata desta un così vivo interesse figuriamoci com’è il ritorno del carrettino un’ora dopo.
Per partire al contrattacco è fondamentale capire quanto e cosa ha acquistato, e i curiosi che non riescono ad avere una visuale perfetta si muniscono di binocoli per focalizzare ogni minimo dettaglio.
Ancor prima che la signora Filippi apra il cancello di casa e faccia entrare il mezzo di trasporto, la merce era già stata individuata: gerani, fucsie, buganvilee, thumbergie, petunie, garofani, verbene, begonie, lobelie, surfinie, viole pendenti, terriccio e fertilizzante compreso.
La competizione ha inizio.
Nei giorni che seguono, i partecipanti si precipitano a fare provviste di fiori, terriccio e fertilizzante e tornavano con il portabagagli pieno zeppo parcheggiando in garage per difendere la loro mercanzia da occhi indiscreti.
Dopo questa prima fase, inizia il vero e proprio tour de force. Bisogna invasare, disporre, accostare, fertilizzare e attendere che le piantine crescano in fretta diventando rigogliose e creando l’effetto desiderato.
Poi si scende in strada, si guarda in alto valutando il lavoro svolto e con la scusa di portare a spasso il cane si controllano gli altri balconi facendo le opportune valutazioni su cosa modificare, togliere, spostare, aggiungere.
Le piantine devono essere innaffiate in modo corretto, protette in caso di piogge abbondanti o grandine, controllate dall’attacco di parassiti e infine attendere che la giuria passi senza preavviso ad esaminare e fotografare il balcone.
Ma quest’anno in quartiere un fatto imprevisto aveva messo in crisi tutti i partecipanti: sulla bacheca non compariva il nome della signora Filippi che era sempre la prima ad iscriversi!
Il fatto è che la signora aveva trascorso un periodo in ospedale e non sentendosi bene aveva rinunciato alla competizione.
Questo, anziché creare nei concorrenti certezze di vittoria, fece perdere loro lo stimolo e l’interesse. In fondo che gusto c’era senza l’avversario numero uno?
Si sa come i sentimenti siano variabili e la tristezza del balcone spoglio ha indotto alcune persone sensibili ad aiutare la signora Viola ad abbellirlo, mentre lei, seppur debolmente, ha diretto l’intera operazione.
E’ in quei momenti di condivisione che appare chiaro a tutti come non è la calibrachoa dalle calde tonalità giallo arancione con fiori imbutiformi o l’acalypha dai grappoli rossi pendenti e pelosi come code i gatto a fare la differenza; è qualcos’altro: la passione che va al di là della competizione.
Quel parlare alle piante come se fossero in grado di sentire, quel salutarle come fossero le benvenute, quell’inchinarsi a carpirne il profumo.
– Come siamo belli stamani cari i miei gerani.
– Buongiorno mie belle surfinie, ben tornate.
– Ma che profumo oggi allegri garofani.
– E voi viole pendenti siete meravigliose!
E’ questo dunque il suo segreto? E’ l’amore che trasmette a renderle più belle, più rigogliose, più seducenti? Non è d’altronde l’amore quella potente forza che fa girare il mondo? Anche le piante ne sentivano il bisogno e ricambiavano mostrando tutta la loro bellezza.
Provate ad indovinare chi ha vinto per la settima volta consecutiva il premio quest’anno? Sempre lei, la povera signora Filippi, povera perché oggi, a causa di un infarto, è stata trovata priva di vita nella sua graziosa villetta dal giardino perfetto.
Purtroppo la regina dei fiori se n’è andata, ma il suo balcone rimarrà a far bella mostra di sé per tutta l’estate.

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