DIARIO QUASI SEGRETO (quello che non dovreste sapere di un corso di scrittura creativa) 8

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di Stefania Zanotto (anche un po’ del contenuto della pentola nella foto)

Facciamo un gioco? Facciamo finta che non sia mai cominciato? Immaginiamo che non sia successo niente e che questa sia la prima volta?
Non ce la faccio. È successo, per fortuna: ci siamo incontrati di nuovo noi: lettori paranoici e compulsivi, scrittori variegati strampalati e qualche volta, va bene, imbranati.
Noi, che non abbiamo bisogno di pretesti per banchettare.

È proprio successo.
Che Aldalgisa è arrivata col cestino da Cappuccetto Rosso (vedi foto): pometti cotti, direttamente in pentola, ancora caldi, del suo giardino; biologicamente testati e mangiati alle ore 20:30. Che Alba ha portato il vino e i biscotti di Matilde (chi è Matilde? Non chiedetelo a me, ho solo visto il suo nome nel sacchetto: forse Alba pensava di passarla liscia). Alba che poverina in questo periodo è anoressica di tempo (e di idee dice qualcun altro).
Che Heidi il sabato sera va in giro a discoteche per acchiappare e trovare spunto per i compiti, che continua a fare (sei il mio orgoglio e la mia rima di stasera!).
Che Duchessa ha scritto un’altra volta e più la leggo, più mi domando perché non abbia provato prima (doveva incontrare noi, ecco!) e secondo me al prossimo corso farà venti vasche come ridere (le vasche? Le vasche ci entrano, tranquilli! Vero Duchessa?)
Che la Socia mi ha fatto compagnia per una lezione nella black list di Alfy. Ora è nella mia di black list, perché mercoledì scorso m’ha dato buca per la seconda volta. Peggio per lei: s’è persa na mega festa. Meglio che stasera porti qualcosa per farsi perdonare.
Che Paola è arrivata tardi, ma va ben lo savemo la ze sempre a soita, e poi ti guarda in quel modo che è impossibile non perdonarla. C’è solo da portar pazienza (tanta) perché oltre la testa ha perso pure le chiavi di casa e le è toccato noleggiare un camper. Stasera le faccio un ultimo dispetto: un racconto dettatami dal mio amico Raymond (un tipo che a lei non sta proprio simpatico). Terrà il broncio per un po’, ma le passerà, lo so (in fondo in fondo, molto in fondo, mi vuole bene).
Che Maela tiene vive le serate con le mentine profumate (e m’è scappata un’altra rima), e (insieme ad Adalgisa) guida piano sano e contromano, e per farmi un dispetto mercoledì scorso mi ha letteralmente costretta e ristretta nel (nel sì, proprio nel) lunotto posteriore della sua macchina sportiva (adesso ho capito perché le chiamano sportive: aiutano a fare stretching, allungamenti e contorsioni improbabili). Grazie Maela, a saperlo prima non mi iscrivevo in palestra.
E che dire d’altro? O meglio d’altra? Sì, hella hella, che se dimentiha una doppia in veneto, vuole un voto in più perhè lei l’è tutta doppia (l’hai detto te, io riporto soltanto), hella he quando va in vahanza e nessuno la honosce, si fa rihonoscere ballando la lamp dence (lamp ho scritto giusto, questo c’ha detto). Che grazie a lei ora appena incontro Enrique gli mostro io home si balla Bailando. Hella ha fatto sorridere pure el bidello, he poverino aspettava noi per hiudere la scuola! Hella he cià un debole pel Pascholi e ‘a Brenta.
Hella, la Rossella!

Mi dite come faccio a far finta che non sia mai successo tutto questo? Nemmeno quelli che hanno disertato, abbandonato, posso dimenticare.
Rimaniamo tutti gli stessi, con qualche (asterischi a parte) idea, sorriso, incazzatura, fatica, in più – niente a che vedere però, con quel che l’Angelo ha dovuto sorvolare, custodire, custodirci e subirci per questi otto intensissimi incontri (c’è da dire che a banchettare non si tirava indietro).
Grazie sembra poco, ma detto da solo senza tanti giri di parole, secondo me vale tutto quello che può contenere dentro (che sempre secondo me è infinito).

Stasera porto me stessa e i compiti, anzi il compito. Ho avuto una delle mie idee deviate o devianti (fate voi): una plagio potrebbero pensare i miei compagni, io lo chiamo abile e divertente esercizio di scrittura (speriamo ben riuscito, vi farò sapere), una storia che riprende un po’ questa avventura in maniera verosimile e che a rileggerla oggi, mi sembra un sipario rosso che si chiude. O è il coperchio della pentola di Adalgisa?
Ingredienti, ingredienti diversissimi che un abile cuoco ha dosato e impastato per bene, aggiungendo il segreto nella ricetta (che poi tanto segreto non è).
Il risultato? Un’opera d’arte.
Sì, lo ammetto siamo modesti e pure un po’ indigesti, perciò arrivo ai ringraziamenti finali.
In ordine alfabetico:
Adalgisa
Alba
Duchessa
Filide (o Socia, ma mi toccava metterti alla fine)
Heidi
Maela
Paola
ROSSELLA (volevo vedere se eri attenta)
Prof Angelo Ferrarini (Barbaingegno per metterlo alla fine così si prende tutti gli applausi).

Ringrazio infine la mia fonte d’ispirazione: i libri e in particolare alcuni autori: Salinger con Il Giovane Holden e Pennac con Diario di un corpo (che poveracci, non hanno niente a che vedere con quello che ho scritto io in questo diario: mi hanno solo fatto venir voglia di scriverlo).
E un saluto speciale al corsista fuori, di un diario molto più fuori: 1-12*
Anche a tutti voi che avete avuto la pazienza di leggermi ogni mercoledì fino a stasera.

Ma tranquilli, non me ne vado: ritorno solo imprevedibile e incostante come prima.

Stefania

10 pensieri su “DIARIO QUASI SEGRETO (quello che non dovreste sapere di un corso di scrittura creativa) 8

  1. Grazie Stefania per queste 8 settimane, intense, e reali dal mio punto di vista per come le hai raccontate. Per le divertenti cronache delle scorribande e per i libri che hai menzionato. Soprattutto grazie per avermi preso in “classe” con te.
    Ti abbraccio***

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  2. Nei ringraziamenti finali ti sei dimenticata la R come Rossella, ma forse non li merito . Grazie a tutte ,al prof che con me porta tanta pazienza, alla prossima…

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